mercoledì 24 aprile 2013

Recensione su Io Scrivo per Passione

Ringrazio tantissimo Milù per la sua splendida recensione e l'intervista live di lunedì :)


RECENSIONE: “Alis Grave Nil” di Barbara Schaer


Adesso voglio parlarvi di un romanzo autopubblicato su Amazon da un’autrice emergente che ho avuto modo di avere ospite per un’intervista “live” sul forum Scrittori della Notte; questo romanzo a mio avviso può mettere a tacere le voci che sostengono che i romanzi autopubblicati sono ciarpame, perché vi assicuro che “Alis Grave Nil” non lo è affatto.

Prima impressione
La copertina mi ha affascinata e ancora di più l’arcano titolo, che ho scoperto leggendo derivare dal latino (il significato è “nulla è pesante per chi ha le ali”) e che – questa ammissione mi mette un po’ in imbarazzo – quando l’ho letto senza sapere che lingua fosse, l’ho letto con il termine “grave” pronunciato all’inglese.
Okay, basta, passiamo oltre...

La trama
Sara è un’adolescente dalla vita difficile: i suoi genitori sono morti in un incidente stradale in cui lei è stata l’unica sopravvissuta, e adesso vive insieme alla sorella Rebecca, grazie al modesto assegno di mantenimento che viene passato loro da una parente. Rebecca, di pochi anni più grande di Sara, sembra detestarla e ritenerla colpevole dell’incidente in cui i loro genitori – che a suo parere preferivano Sara a lei – sono morti; proprio per questo si comporta sempre in modo piuttosto sgradevole nei suoi confronti.
A causa delle loro precarie condizioni economiche Sara ha dovuto cambiare scuola, lasciando l’istituto privato che frequentava per uno pubblico, e si sente un po’ a disagio con i nuovi compagni, almeno finché una di questi mostrerà un minimo di interesse nei suoi confronti, chiedendola di accompagnarla a fare shopping.
È proprio in questa occasione che “per caso” Sara conosce Eric, un ragazzo che le piace fin da subito, anche se si era sempre data l’obiettivo di stare lontana dai ragazzi, dopo che un suo ex l’aveva lasciata per mettersi insieme a Rebecca.
Quando Eric entra a far parte della sua vita, Sara non sa cosa aspettarsi da lui, che talvolta sembra volerla mettere in pericolo e spaventarla; guardando il suo profilo Facebook – grazie all’aiuto di una delle amiche snob di Rebecca, l’unica che si comporta gentilmente nei suoi confronti – inoltre vede fotografie di Eric e altri ragazzi, tutti accomunati da un tatuaggio identico, e si convince che appartenga a una setta... Eric glielo lascia pensare e le spiega che, proprio per la propria appartenenza a questa setta, deve farle del male e quindi simula la sua morte...
Ma è davvero così o la questione è più complessa di quanto sembri? E soprattutto come mai Eric sembra sapere tutto di lei? E che collegamento c’è tra lui e l’incidente in cui i genitori di Sara sono morti?

Testo, struttura, personaggi: valutazioni e commenti
Questo romanzo, dal punto di vista del testo, a mio parere è scritto in maniera impeccabile: sempre scorrevole, mai troppo pesante, invoglia a proseguire la lettura e dimostra che l’autrice ha curato molto il proprio lavoro.
La suddivisione in capitoli è a mio parere sempre coerente, mai troppo forzata, e ogni volta che un capitolo finiva in qualità di lettrice sentivo il bisogno di andare avanti.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, a parte qualcuno che non viene molto approfondito (la maggior parte delle amiche di Reb, che comunque hanno un ruolo marginale), gli altri mi sono sembrati ben caratterizzati e mai troppo piatti. Tra loro ho apprezzato molto la protagonista che, diversamente da altre protagoniste urban fantasy, agisce anche in prima persona... a volte anche con effetti non previsti! Nel corso del romanzo si evince comunque un cambiamento, in lei, che la porta a maturare e ad accettare il proprio passato, anche se è doloroso.
Per il resto si tratta di un paranormal romance, quindi non c’è da sorprendersi della presenza di un amore idealizzato, destinato a durare nel tempo nonostante le grandi difficoltà, per il quale i protagonisti sono pronti ad affrontare qualsiasi conseguenza. Questo romanzo, inoltre, è caratterizzato da un’atmosfera quasi fiabesca: “Alis grave nil” può essere paragonato a una fiaba a lieto fine, perché anche se non siamo più bambini abbiamo sempre bisogno di fiabe che ci facciano sognare, a costo di allontanarci dai confini della realtà.
È proprio l’atmosfera da fiaba, a mio parere, a costituire il principale punto di forza. Mi spiego: in sua assenza ci si potrebbero porre delle domande, specie relative a quegli elementi che di fantasy hanno poco, che il lettore finisce per evitare. In un romanzo che volesse dimostrarsi troppo realistico ci si potrebbe chiedere come possa Rebecca potersi permettere di proseguire gli studi con la bassa somma di denaro che le viene passata, ci si potrebbe chiedere se davvero una sorella maggiore potrebbe comportarsi a quel modo nei confronti di Sara... ma è una fiaba, e in una fiaba non c’è bisogno che gli elementi non fantastici debbano necessariamente attenersi alla realtà. A mio avviso Barbara Schaer ha compreso ciò che ad altri autori non è stato ben chiaro: le domande che i lettori si pongono, e che talvolta utilizzano per mettere in piedi critiche negative, dipendono molto dal contesto nel quale certi elementi sono inseriti.

Valutazione: 4/5
È una lettura che vi consiglio fortemente, non solo perché l’autrice è italiana, ma perché a mio parere è veramente valida. Il romanzo sa essere emozionante e mai troppo banale o scontato ed è sicuramente adatto a chi cerca una storia che possa fare sognare.
 

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