Intervista a Barbara Schaer
questa mattina mi ritrovo a scrivervi dal letto >.< ieri sera mi è salita la febbre ed oggi non sono in condizioni di alzarmi, fortunatamente i miei amati libri mi tengono compagnia e rendono più sopportabile la malattia.
Oggi vi propongo l'intervista esclusiva a Barbara Schaer autrice dei libri Alis Grave Nil e Onislayer di cui troverete la recensione qui, bene partiamo subito.
Ciao Barbara grazie per avermi dato la possibilità di intervistarti, sono curiosa di come risponderai alle domande e spero saranno d'aiuto anche a chi le leggerà.
1 Partiamo dall'inizio, cosa ti ha ispirata nello scrivere Onlislayer?
Sono
sempre stata amante dell'urban fantasy, ma dopo Alis Grave Nil volevo
scrivere qualcosa di diverso, una storia rivolta a un pubblico più
adulto e con una trama più complessa e ricca di azione.
L'idea
di prendere spunto dal folclore giapponese con i suoi demoni Oni, e di
utilizzare personaggi che fossero il risultato di etnie diverse
mischiate fra loro, mi intrigava da parecchio tempo e sentivo che era il
momento giusto per scriverne.
2 Sei una lettrice? qual è il tuo libro preferito o quello a cui sei più affezionata?
Leggere mi piace tantissimo, ma per quanto mi consideri una lettrice accanita mi sembra sempre di non leggere mai abbastanza.
Non
ho un libro preferito, ma ce ne sono tanti che in periodi diversi della
mia vita mi hanno fatto sognare a tal punto da non riuscire a staccarmi
dalle pagine. Penso, per esempio, alla saga di Shadowhunters, o a
romanzi più classici come Cime Tempestose o La Fonte Meravigliosa, tutti
libri che per quanto diversi hanno lasciato un segno.
3 Come hai capito di poter diventare una scrittrice?
Sinceramente
non so se l'ho ancora capito. Mi piace scrivere, quindi mi dedico a
questo passatempo ogni volta che posso. Sapere che ho l'opportunità di
autopubblicarmi, però, mi da la spinta necessaria a considerare questa
attività più di un hobby, quasi una vocazione da inseguire a tutti i
costi.
Di
sicuro in lei c'è qualcosa di mio, un po' come in tutti i personaggi
dei miei romanzi, ma nel suo caso vorrei davvero assomigliarle perché la
trovo meravigliosa e complessa, e spesso molto divertente. E credo che
vivendo una situazione come la sua sua sarei potuta diventare come lei,
almeno questo è stato il punto di partenza su cui ho costruito il
personaggio.
Mio marito è per metà giapponese, e mi ha ispirata raccontandomi miti e leggende di questa cultura così distante dalla nostra.
Che
è un mondo difficile e in crisi, purtroppo un po' come tutti i settori,
e che è difficile trovarvi un proprio spazio da esordiente.
L'autopubblicazione
è una valida alternativa, però, di cui sono più che soddisfatta ed
entusiasta. Ti dà la possibilità di farti conoscere, di avere un
contatto diretto con i lettori, e ti permette di diventare
"imprenditrice" di te stessa, fattori che non sono assolutamente da
sottovalutare.
Sì, lo sto scrivendo. Spero di non metterci troppo ;).
Credo
di sì. Fra Alis Grave Nil, che è il mio primo romanzo, e Onislayer
questo cambiamento è abbastanza evidente, in parte dovuto alla diversità
dei generi a cui appartengono, ma in parte anche a un mio percorso di
crescita durante il quale ho avuto modo di imparare moltissimo.
9 Cosa hai voluto trasmettere con questo libro?
Quello
che speravo era riuscire a emozionare e coinvolgere, ma il messaggio
che credo sia emerso è che per certi sentimenti, come l'amore e
l'amicizia, vale la pena combattere e sacrificarsi.
10 A chi dedichi il tuo successo?
A mio marito :) E' lui che mi ha spinto a intraprendere questa avventura e che mi ha sempre sostenuta e incoraggiata.
11
Quanto è importante per te sapere cosa pensano i lettori?(intesi come
persone che non sono ne critici letterari ne case editrici)
Moltissimo.
Anzi, direi che è la cosa principale. Sapere che quello che scrivo
piace a chi lo legge mi dà la forza e la spinta giusta per continuare a
scrivere.
12 Qualche consiglio per le aspiranti scrittrici?
Non
so se sono nella posizione per poter dare consigli, ma dalla mia
esperienza la cosa più importante è impegnarsi al massimo e avere il
coraggio di "buttarsi". Avere paura del giudizio dei lettori spesso vuol
dire tenere il proprio romanzo al sicuro in un "cassetto", o magari
rilavorarlo in modo estenuante senza mai esserne contenti. A un certo
punto, invece, bisogna avere la forza di separarsene e accettare l'idea
che a qualcuno potrebbe non piacere.
Ringrazio Barbara per avermi concesso l'intervista, un in bocca al lupo per la tua carriera noi ti seguiremo con piacere
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