Quattro chiacchiere e un caffè con... Barbara Schaer
L'AUTRICE
Barbara Schaer
vive a Genova, lavora come consulente informatico, ma nonostante
l'indirizzo scientifico degli studi è sempre stata un'amante delle
lettere. Legge, scrive, adora film e serie tv. E' sposata da quasi tre
anni e, per questo romanzo, il marito è stata la principale fonte di
ispirazione.
1) Ciao Barbara! Bentrovata su Coffee&Books! E' sempre un piacere
averti qui! Ultimamente sei tornata alla ribalta con una nuova opera,
dal titolo "L'amore è come un pacco regalo", uno chick-lit dai toni
romantici e leggeri, una commedia rosa dai risvolti emozionanti e
inaspettati. Cosa ti ha spinta a distaccarti tanto dal genere urban
fantasy, col quale abbiamo imparato a conoscerti?
Devo confessare che in generale sono una persona abbastanza
abitudinaria e quindi non mi sarei mai aspettata di riuscire a prendere
questa decisione.
Invece passare a tutt’altro genere è stato più facile del previsto.
I motivi che mi hanno spinta a fare questa scelta sono svariati… ero
davvero curiosa di vedere come me la sarei cavata scrivendo qualcosa di
diverso, come sarebbe andata misurandomi con lettori altrettanto
diversi e con una “concorrenza” molto più agguerrita… ma, sinceramente,
ero ancora più curiosa di sapere cosa sarebbe successo scegliendo di
scrivere per uno dei generi che adesso riscuote maggiore successo fra i
lettori.
Devo dire che, alla fine, è andata molto meglio di quanto avevo immaginato o sperato :)
2) Che tipo di esperienza è stata per te la stesura di questo romanzo?
Scrivere, dal mio punto di vista, è soprattutto un’emozione. Un’idea
che ti martella in testa, il bisogno di dare voce a personaggi che
riesco a vedere solo io, il rifugio in cui posso ritagliare un momento
solo per me.
Quindi devo divertirmi, altrimenti l’incantesimo si spezza e
l’ispirazione se ne va. E scrivendo “L’amore è come un pacco regalo” mi
sono divertita moltissimo.
E’ stato emozionante scrivere una storia ambientata nella città dove
vivo, svegliarmi al mattino e ripercorrere le stesse strade su cui
avevano camminato i miei personaggi la sera prima, e mi è piaciuto molto
descrivere una realtà molto vicina al mio quotidiano.
3) Nel romanzo sono presenti tre tipologie di donne, rappresentate da
Giada, Giorgia ed Estelle, e tre tipologie di uomini, rappresentate da
Stefano, Michele e Sebastiano. Un coro eterogeneo di personaggi, con
caratteristiche diverse che li contraddistinguono. Quali sono quelli che
hai amato di più e quali meno?
Estelle e Stefano sono gli “anti-eroi”, quelli che fanno soffrire la
protagonista e le danno del filo da torcere… Michele è il terzo
incomodo, l’uomo perfetto solo sulla carta, che si mette in mezzo e
confonde la situazione… Giorgia la sorella leale e un po’ sfortunata,
solida e onesta, una valida spalla su cui piangere… Giada e Sebastiano
sono gli eroi, la ragazza un po’ impacciata e sfigata che sogna l’amore
con la “A” maiuscola, e il ragazzo bello e impossibile che appare
superficiale solo a un occhio non abbastanza attento. A prescindere
delle loro caratteristiche più o meno marcate quello che volevo ottenere
erano personaggi che non risultassero totalmente “cattivi” o
completamente “buoni”, ognuno di loro doveva avere delle qualità e delle
potenzialità, e pure dei difetti, un po' come tutti noi del resto.
Ovviamente, però, sono Giada, Giorgia e Sebastiano i miei preferiti,
quelli in cui mi sono immedesimata maggiormente e che, se esistessero in
carne e ossa, si guadagnerebbero all'istante la mia simpatia e la mia
amicizia. Da Estelle, invece, mi terrei decisamente lontana... :)
4) Giada è una ragazza decisa a riconquistare l'uomo da cui è stata
lasciata. Sei dell'idea che una donna debba guardarsi avanti quando
finisce una storia o provare a riprendersi il suo uomo come fa Giada?
Credo che ogni situazione sia un caso a sé e che non si possa
generalizzare più di tanto, però nella maggior parte dei casi mi ritrovo
sempre a pensare che il partito del “dimentica e vai avanti” sia quello
vincente. Quando l’uomo che diceva di amarti decide, invece, di
lasciarti di solito è molto più saggio prendere atto della situazione e
accettarla piuttosto che intestardirsi e rischiare di soffrire ancora di
più per far tornare le cose come erano prima… e lo dico per esperienza
personale :)
5) Sebastiano sembrerebbe il classico "playboy" e, invece, poi rivela
un lato profondo, un desiderio d'avventura e libertà e un meraviglioso
spirito artistico. Nei tuoi romanzi, i protagonisti maschili sono sempre
una sorpresa. Qual è quello che si avvicina di più al tuo ideale?
In realtà non ci ho mai pensato... mi sono innamorata di ciascuno di
loro, questo è certo, ma che si avvicinino proprio al mio ideale… sai,
che che cosa ti dico? Credo di doverlo ancora descrivere un personaggio
così… magari nel prossimo romanzo;)
6) Quale tra tutti i tuoi romanzi ti è piaciuto di più scrivere e perché?
Onislayer.
E’ il più avventuroso, il più libero, ma anche il più complesso. Ho
adorato scriverlo, immedesimarmi in Alex, immaginare qualcosa di diverso
che ancora non era stato scritto. E’ stato un po’ come camminare su una
distesa di neve intonsa. I primi passi erano i miei e questo mi ha reso
molto orgogliosa di Onislayer.
7) Parlaci della tua esperienza nel self-publishing. La trovi soddisfacente? Che vantaggi ne hai ottenuto finora?
Il self publishing mi ha dato tutto quello che ho ottenuto fino ad
ora. La possibilità di scrivere, di trovare recensioni su quello che ho
scritto, di sapere di essere letta, di essere qui con te in questo
momento :)
Scrivere è ancora un hobby, ovviamente, ma senza la possibilità di autopubblicarmi non ci sarebbe stato nulla di tutto questo.
Sinceramente, anche alla luce delle proposte che ho ricevuto per L’amore è come un pacco regalo, sono sicura che l’autopubblicazione sia molto più che soddisfacente.
Permette un’indipendenza che prima non esisteva.
Ho scelto io copertina, titolo, contenuti, sinossi e prezzo, e sono stata io a promuovere il mio lavoro in prima persona.
Sicuramente quello che uno scrittore può fare da solo ha delle
limitazioni, ovviamente i risultati potranno non essere perfetti, ma
avere il controllo di tutta la gestione è un privilegio.
Ora come ora non riuscirei a immaginarmi ad aspettare le decisioni e i
tempi di qualcun altro senza poter avere l’ultima parola o il potere di
veto su ogni questione.
E’ da un po’ di anni che seguo il mercato americano e i blog di
autori self molto famosi oltreoceano, e ho avuto modo di constatare che
nel corso del tempo sempre più autopubblicati decidono di rimanere
indipendenti rifiutando anticipi da capogiro.
8) Secondo te, il mercato americano funziona meglio di quello italiano? Che modifiche apporteresti alla nostra editoria?
Non credo funzioni meglio.E' più avanti del nostro, ma è passato
attraverso le nostre stesse problematiche, e sicuramente offre più
opportunità agli autopubblicati perché il bacino di lettori è molto più
ampio. Non sono abbastanza competente per poter parlare di modifiche da
apportare all'editoria… certo, guardando quello che accade in America
dove i negozi fisici stanno chiudendo e molti autori decidono di
rimanere self rifiutando offerte da capogiro la situazione per gli
editori non è semplice.
9) Cosa ne pensi di tutte quelle case editrici che scritturano autori self in vetta alle classifiche Amazon?
Capisco il loro punto di vista. La strategia che attuano è quella
vincente, senza dubbio. Perché puntare su un emergente che non si è mai
confrontato con il pubblico quando si può investire su qualcuno che in
qualche modo si è già fatto conoscere?
Il mercato è cambiato e così anche il modo di fare scouting.
Però, se i metodi di scouting sono cambiati, dovrebbe cambiare anche il modo in cui le CE si relazionano con gli autori.
I contratti che vengono proposti ai self dovrebbero tenere conto del
grande investimento emotivo che richiede l’autopubblicazione, del
significato che ha, per uno scrittore, avere il coraggio di esporsi con
un’opera self e poi vederla riscuotere consensi. Del senso di
appartenenza e possesso che si sviluppa fra un autore e la sua opera
quando questa esce sul mercato. E di cosa vuol dire curarne ogni aspetto
sapendo di esserne l’unico “proprietario”.
Le dinamiche devono modificarsi, per forza.
Cedere tutti i diritti, per decenni, firmare un contratto che ti
vincola per anni a una sola CE, adattarsi all’idea che copertina, titolo
e contenuti siano modificati a discrezione di qualcun altro, sono
richieste difficili da accettare (almeno per quanto mi riguarda) quando
il romanzo che hai scritto è già fruibile e apprezzato dai lettori.
E il fatto che il romanzo che hai pubblicato venga tolto dal mercato
per un periodo indeterminato per poi essere successivamente ripubblicato
con un titolo diverso (che suggerisce il fatto che il romanzo sia
diverso) e un prezzo più alto mi è sempre sembrata una mancanza di
rispetto nei confronti dei lettori e di chi mi segue da un po’.
Certo, mi sarebbe piaciuto entrare in una libreria e vedere il mio
romanzo su uno degli scaffali… ma non sono comunque riuscita ad
accettare certe condizioni.
10) Quali sarebbero, a tuo parere, le condizioni ideali per convincerti a farti pubblicare da una casa editrice famosa?
Una condizione fondamentale è sicuramente poter mantenere i diritti sugli ebook. Di tutto il resto, poi, se ne può discutere :)
11) Esiste un romanzo self che hai letto e a cui offriresti un contratto se fossi un editore?
Ho letto parecchi romanzi self, tutti meritevoli… il problema è che
conosco e sono amica della maggior parte della relative autrici… non
riesco proprio a fare una scelta!
12) C'è un romanzo a cui ti senti particolarmente legata e che pensi possa aver influenzato la tua vita e le tue opere?
I romanzi a cui sono particolarmente legata sono tre. Classici letti
quando ero più giovane e che forse mi hanno colpita e segnata così tanto
proprio per questo motivo… Cime tempestose, La fonte meravigliosa e
Fiesta.
Che abbiano influenzato la mia vita ne sono certa… le mie opere, be’, non oso nemmeno dirlo :)
E poi credo che in qualche modo tutti i romanzi che ho letto abbiano
influenzato il mio modo di scrivere e di raccontare storie… c’è sempre
qualcosa da imparare, qualcosa da cui prendere spunto.
13) Tra gli autori esordienti del momento, ce n'è qualcuno che hai letto e apprezzato?
Moltissimi. Ho seguito Amabile Giusti prima che diventasse un’autrice di Mondadori… bravissima!
14) Qual è il genere di lettura che prediligi?
Mi piace tutto. Leggo di tutto. L’importante è emozionarmi.
Però proprio non mi piacciono i thriller e gli horror. Sono generi a cui preferisco non avvicinarmi… sono troppo fifona ;)
Appena ho del tempo libero scrivo… ultimamente questo tempo si limita
alla sera, dopo che sono riuscita a far addormentare il mio bimbo :)
16) Quali sono le tue speranze per il futuro?
Spero di poter continuare così. Di poter continuare a scrivere, di
riuscire ad avere buone idee e a metterle nero su bianco nel miglior
modo possibile. Di crescere e migliorare. Di mantenere il mio rapporto
con i lettori e le blogger che mi hanno sostenuta finora.
17) A cosa stai lavorando al momento? Qualche opera in cantiere di cui puoi accennarci qualcosa? (*spera che parlerà di Oni2*)
Ai seguiti senza dubbio… ho scritto tre romanzi diversissimi che
richiedono altrettanti seguiti. Ci sto pensando, ci sto lavorando… il
problema è capire da dove partire :P
18) Grazie mille per aver accettato di rispondere con sincerità e
disponibilità alle mie domande. E' stato un onore ospitarti e lo sarà
sempre! Alla prossima <3
Grazie a te per avermi invitata qui, sul tuo bellissimo blog, per
parlare di me, dei miei romanzi e delle mie opinioni! Per me è sempre un
grandissimo onore!
Un saluto a tutti, a presto!
A presto!
xoxo
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