Bene
miei cari lettori, finalmente!!! Ho
messo un po’ di ordine tra le mie letture, quindi ecco a voi la mia recensione
su un libro scoperto per caso e che ho iniziato a leggere per pura
curiosità. La cosa che mi stupisce è che
l’ho letto praticamente in un soffio, e quando ho raggiunto la fine, ho provato
la classica sensazione di vuoto e tristezza che prova ogni povero lettore alla
conclusione di un bel romanzo. E mi sono detta: “Uffa! È finito e ora... Beh! ora... devo
scoprire chi è questo scrittore e magari vado a leggere qualche altro suo
libro.” Così, ho scoperto questa giovane autrice Self Publishing e sono andata a caccia di informazioni su di lei, per poi passare
a leggere il suo secondo fenomenale romanzo, di cui ho concluso voracemente la
lettura. L’autrice di cui parlo è Barbara Schaer abbastanza
nota tra i blog letterari, per cui ha rilasciato varie interviste, infatti,
come poteva passare inosservata vista la sua bravura.
Il
libro di cui vi propongo la recensione è il suo primo romanzo dal titolo Alis Grave Nil.
Recensione
La
scelta di un titolo in latino è stata la scintilla che ha innescato la mia
curiosità, anche se la trama, a primo impatto, può sembrare lo stereotipo di
tutte le dozzinali storie che continuano a riempire gli scaffali delle nostre
librerie alla sezione, Urban fantasy. No, i protagonisti, non sono vampiri o
bestie notturne, ma come si può intravedere dalla traduzione del titolo “Nulla è pesante
per chi ha le ali”, i protagonisti, come la lingua usata per
definire questo romanzo, sono esseri antichi e immortali gli ANGELI.
Perché,
nulla è pesante per chi ha le ali?
Bella domanda, e la risposta è possibile trovarla solo leggendo tra le sue
pagine.
Ho
trovato Alis
Grave Nil, una lettura
piacevole, abbastanza scorrevole, nonostante sia un libro d’esordio in Self
Publishing. Questa giovane autrice, con il tema scelto, forse ha deciso di
scegliere un terreno sicuro per giocare la sua prima mossa nel mondo
letterario, ma il suo talento traspare proprio perché è riuscita a sorvolare sulle
copiose narrazioni che trattano il tema, regalandoci qualcosa di nuovo e
inaspettato, che mi ha trattenuto fino all’ultima pagina, non parlo solo della
grande organizzazione di angeli caduti, rappresentata dal nome latino ma, della
particolare costruzione dei personaggi, dove anche chi ha un ruolo secondario
gioca un ruolo determinante all’interno del romanzo, come ad esempio Reb, la sorella di Sara. Bravissima
attrice, che secondo il mio giudizio, si è meritata l’Oscar come migliore attrice non protagonista.
Ma perché penso questo?
Semplice, perché la nostra
protagonista Sara, non avrebbe quelle caratteristiche che la determinano
se non
ci fosse stata la presenza dominante di Reb. Sono un esempio i suoi
sensi di colpa per la
morte dei genitori, il suo aspetto dimesso frutto del suo senso
d’inferiorità
rispetto alla sorella, il risentimento verso la sorella che l’ha privata
del primo amore. Anche se le situazioni rendono Sara una piccola
Cenerentola,
maltrattata dalla sorella malvagia, io onestamente non mi fermerei a
considerare Reb solo con questa veste, perché la forza e la
determinazione
delle scelte di Sara, sono stabilite anche dal profondo legame che
unisce le
due sorelle.
A
questo proposito, consideriamo quando Sara era in ospedale, il suo pensiero nel
bene o nel male è stato per Reb .... Quando
si dispera per il suo amore perduto... Quando
sono morti i genitori... Quando
è fuggita.... Quando affronta Fabio... in tutte queste occasioni, le sue scelte sono
state compiute perché nella sua mente c’era sua sorella, ma, la cosa diventa
evidente quando la chiama al telefono
prima di essere rapita... – Mi mordicchiai
il pollice, indecisa, ma alla fine alzai il ricevitore con uno strattone e
composi il numero. Il numero di Reb... “Okay,
be’... ti sembrerà strano, ma volevo salutarti.” Già, volevo salutarla. Ero
sincera, dopotutto. “Salutarti... e dirti
alcune cose”... Inspirai. “Che mi
dispiace. Mi dispiace per mamma e papà. Per come è andata, voglio dire. Non so
se sia stata davvero colpa mia, comunque mi dispiace che fossero con me quel
giorno e non con te,” Ancora silenzio. “E...
volevo dirti che in quel momento, poco prima dell’incidente, stavano parlando
di te.” ... “Ti volevano bene, Reb. Te ne volevano tanto quanto a me. Solo che
io ero più facile da gestire, quindi litigavamo meno.” Strinsi forte il
cavo nel palmo della mia mano. “E anche
io te ne voglio. Mi dispiace per tutto quello che è successo. Mi dispiace...
tantissimo.”...
Un’altra
cosa che lo distingue dagli altri stereotipi è la temibile battaglia tra nemiche/amiche,
all’interno del gruppo inseparabile di Reb, che anche se si detestano
continuano a restare unite per puro vicendevole dispetto. Questo interessante
gruppetto è formato da Reb, Pi, Cri, Fede e Lilli ovvero Rebecca; Paola;
Cristina; Federica; Lilli; che influiscono in modo preponderante sul
personaggio di Sara, per intenderci, Pi
(Paola), diventa la cosiddetta fata madrina di Sara, ma perché?
Certo non per amicizia o affetto, ma per vendicarsi e fare dispetto a
Reb. - Mi strizzo l’occhio. “Ma stasera sarò per te come la fata madrina
per Cenerentola.”... “Niente ma, Sara! Hai subito le angherie di tua sorella
per troppo tempo, è il momento di prenderti qualche piccola rivincita” ... Pi
mi aveva trascinato con lei nonostante quel piccolo raduno fosse organizzato
esclusivamente per le damigelle, ufficialmente per non lasciarmi da sola, ufficiosamente
per far saltare i nervi a Reb, ennesimo espediente organizzato appositamente
per ferirmi, e mi ero dovuta adeguare...
Incredibile come questi machiavellici sotterfugi, muovono
i fili dei personaggi, determinando le scene fondamentali del romanzo. Questo,
ci fa capire la destrezza della nostra autrice, che non potendo alterare la
personalità dei protagonisti, perché altrimenti intaccherebbe la base di questo
genere di narrazione, cerca di dare colore alla trama, mettendo in questi dettagli
il suo vero io narrativo, infatti mi sono concentrata su di loro proprio perché
secondo me, è qui, che possiamo trovare la vera Barbara Schaer.
I
protagonisti, Sara e Eric, sono esattamente come devono essere lei l’umana da
proteggere e da amare, la piccola Cenerentola di questa fiaba, mentre Eric è
l’angelo che cade per amore, il cavaliere dalla scintillante armatura, forte e
bellissimo, pronto a morire per la sua bella.
Ma, attenzione!... non tutto è come sembra, la
costruzione dei personaggi è questa, ma cosa riflette realmente lo specchio della loro anima?
Sara, sembra la debole umana da proteggere, la piccola sorella maltrattata, ma
ciò che riflette lo specchio è il volto di una donna determinata, pronta a tutto per proteggere ciò
che ama, e per questo che scappa sapendo che verrà catturata,
resiste tenacemente alla tortura indiretta che le viene imposta e affronta il
suo destino a testa alta, senza dimenticare la sorella, da cui subisce
volontariamente le sue “angherie”, questo, perché si sente responsabile della
sua sofferenza e solitudine. E cosa dire di Eric, il prode angelo, il bellissimo cavaliere, l’unico fra i suoi
simili a possedere la piena potenza dei suoi poteri. Però, anche il suo
riflesso interiore è molto diverso. Lui in realtà, non è poi così forte come
sembra, tutta la storia rivela la sua profonda debolezza, che risiede nell’insicurezza delle sue azioni
e nella grande paura di amare in
modo incondizionato e per questo che è facilmente manovrato dai suoi nemici.
Infatti è Sara a spingerlo al bordo del dirupo e a costringerlo a prendere
coscienza dei suoi sentimenti. Ecco come l’essere più forte diventa debole e il
debole diventa forte, è qui, in tutto questo che io, come lettrice ho trovato
la vera Barbara, una scrittrice piena di talento che è riuscita a celare in una
deliziosa storia dozzinale, il suo vero io narrativo e la sua predilezione a
creare personaggi femminili forti e determinati, che nonostante la fragilità
del loro guscio, sono duri come il diamante e così, ha scritto qualcosa che è
di per sé unico. ALIS GRAVE NIL.
Concludendo,
penso che troverei interessante uno spin
off, sulla storia di Noah e Selene; un seguito... onestamente come
lettrice, io preferirei questa conclusione, per evitare quello che purtroppo
molti scrittori tendono a fare, forzare, stiracchiare una storia
all’inverosimile, quando in realtà sarebbe meglio mettere la parola FINE, e
lasciare il lettore con quella bella sensazione di... Peccato... è finito.
Il
mio voto è Bello,
quattro rose. Abbastanza scorrevole e intrattenente, anche se non è perfetto
(ma la perfezione si sa, non esiste), lo consiglio a chi ama leggere senza
troppo impegno, una piacevolissima storia Urban fantasy con protagonisti gli
angeli caduti.
Bello
Nessun commento:
Posta un commento