mercoledì 19 febbraio 2014

[Alis Grave Nil] Recensione e booktrailer(!) di La bacheca dei Libri

Ringrazio di cuore Mirella per la recensione e lo splendido booktrailer di Alis!!

 




Bene miei cari lettori, finalmente!!! Ho messo un po’ di ordine tra le mie letture, quindi ecco a voi la mia recensione su un libro scoperto per caso e che ho iniziato a leggere per pura curiosità.  La cosa che mi stupisce è che l’ho letto praticamente in un soffio, e quando ho raggiunto la fine, ho provato la classica sensazione di vuoto e tristezza che prova ogni povero lettore alla conclusione di un bel romanzo. E mi sono detta: “Uffa! È finito e ora... Beh! ora... devo scoprire chi è questo scrittore e magari vado a leggere qualche altro suo libro.” Così, ho scoperto questa giovane autrice Self Publishing e sono andata a caccia di informazioni su di lei, per poi passare a leggere il suo secondo fenomenale romanzo, di cui ho concluso voracemente la lettura. L’autrice di cui parlo è Barbara Schaer abbastanza nota tra i blog letterari, per cui ha rilasciato varie interviste, infatti, come poteva passare inosservata vista la sua bravura.
Il libro di cui vi propongo la recensione è il suo primo romanzo dal titolo Alis Grave Nil.


Recensione
La scelta di un titolo in latino è stata la scintilla che ha innescato la mia curiosità, anche se la trama, a primo impatto, può sembrare lo stereotipo di tutte le dozzinali storie che continuano a riempire gli scaffali delle nostre librerie alla sezione, Urban fantasy. No, i protagonisti, non sono vampiri o bestie notturne, ma come si può intravedere dalla traduzione del titolo “Nulla è pesante per chi ha le ali”, i protagonisti, come la lingua usata per definire questo romanzo, sono esseri antichi e immortali gli ANGELI.
Perché, nulla è pesante per chi ha le ali? Bella domanda, e la risposta è possibile trovarla solo leggendo tra le sue pagine. 

Ho trovato Alis Grave Nil, una lettura piacevole, abbastanza scorrevole, nonostante sia un libro d’esordio in Self Publishing. Questa giovane autrice, con il tema scelto, forse ha deciso di scegliere un terreno sicuro per giocare la sua prima mossa nel mondo letterario, ma il suo talento traspare proprio perché è riuscita a sorvolare sulle copiose narrazioni che trattano il tema, regalandoci qualcosa di nuovo e inaspettato, che mi ha trattenuto fino all’ultima pagina, non parlo solo della grande organizzazione di angeli caduti, rappresentata dal nome latino ma, della particolare costruzione dei personaggi, dove anche chi ha un ruolo secondario gioca un ruolo determinante all’interno del romanzo, come ad esempio Reb, la sorella di Sara. Bravissima attrice, che secondo il mio giudizio, si è meritata l’Oscar come migliore attrice non protagonista.
Ma perché penso questo? Semplice, perché la nostra protagonista Sara, non avrebbe quelle caratteristiche che la determinano se non ci fosse stata la presenza dominante di Reb. Sono un esempio i suoi sensi di colpa per la morte dei genitori, il suo aspetto dimesso frutto del suo senso d’inferiorità rispetto alla sorella, il risentimento verso la sorella che l’ha privata del primo amore. Anche se le situazioni rendono Sara una piccola Cenerentola, maltrattata dalla sorella malvagia, io onestamente non mi fermerei a considerare Reb solo con questa veste, perché la forza e la determinazione delle scelte di Sara, sono stabilite anche dal profondo legame che unisce le due sorelle.
A questo proposito,  consideriamo quando Sara era in ospedale, il suo pensiero nel bene o nel male è stato per Reb ....  Quando si dispera per il suo amore perduto...  Quando sono morti i genitori...   Quando è fuggita....  Quando affronta Fabio...  in tutte queste occasioni, le sue scelte sono state compiute perché nella sua mente c’era sua sorella, ma, la cosa diventa evidente quando la chiama al telefono prima di essere rapita...  – Mi mordicchiai il pollice, indecisa, ma alla fine alzai il ricevitore con uno strattone e composi il numero. Il numero di Reb... “Okay, be’... ti sembrerà strano, ma volevo salutarti.” Già, volevo salutarla. Ero sincera, dopotutto. “Salutarti... e dirti alcune cose”... Inspirai. “Che mi dispiace. Mi dispiace per mamma e papà. Per come è andata, voglio dire. Non so se sia stata davvero colpa mia, comunque mi dispiace che fossero con me quel giorno e non con te,” Ancora silenzio. “E... volevo dirti che in quel momento, poco prima dell’incidente, stavano parlando di te.” ... “Ti volevano bene, Reb. Te ne volevano tanto quanto a me. Solo che io ero più facile da gestire, quindi litigavamo meno.” Strinsi forte il cavo nel palmo della mia mano. “E anche io te ne voglio. Mi dispiace per tutto quello che è successo. Mi dispiace... tantissimo.”...
Un’altra cosa che lo distingue dagli altri stereotipi è la temibile battaglia tra nemiche/amiche, all’interno del gruppo inseparabile di Reb, che anche se si detestano continuano a restare unite per puro vicendevole dispetto. Questo interessante gruppetto è formato da Reb, Pi, Cri, Fede e Lilli ovvero Rebecca; Paola; Cristina; Federica; Lilli; che influiscono in modo preponderante sul personaggio di Sara, per intenderci, Pi (Paola), diventa la cosiddetta fata madrina di Sara, ma perché? Certo non per amicizia o affetto, ma per vendicarsi e fare dispetto a Reb. - Mi strizzo l’occhio. “Ma stasera sarò per te come la fata madrina per Cenerentola.”... “Niente ma, Sara! Hai subito le angherie di tua sorella per troppo tempo, è il momento di prenderti qualche piccola rivincita” ... Pi mi aveva trascinato con lei nonostante quel piccolo raduno fosse organizzato esclusivamente per le damigelle, ufficialmente per non lasciarmi da sola, ufficiosamente per far saltare i nervi a Reb, ennesimo espediente organizzato appositamente per ferirmi, e mi ero dovuta adeguare...
Incredibile  come questi machiavellici sotterfugi, muovono i fili dei personaggi, determinando le scene fondamentali del romanzo. Questo, ci fa capire la destrezza della nostra autrice, che non potendo alterare la personalità dei protagonisti, perché altrimenti intaccherebbe la base di questo genere di narrazione, cerca di dare colore alla trama, mettendo in questi dettagli il suo vero io narrativo, infatti mi sono concentrata su di loro proprio perché secondo me, è qui, che possiamo trovare la vera Barbara Schaer.
I protagonisti, Sara e Eric, sono esattamente come devono essere lei l’umana da proteggere e da amare, la piccola Cenerentola di questa fiaba, mentre Eric è l’angelo che cade per amore, il cavaliere dalla scintillante armatura, forte e bellissimo, pronto a morire per la sua bella.
Ma, attenzione!... non tutto è come sembra, la costruzione dei personaggi è questa, ma cosa riflette realmente lo specchio della loro anima? Sara, sembra la debole umana da proteggere, la piccola sorella maltrattata, ma ciò che riflette lo specchio è il volto di una donna determinata, pronta a tutto per proteggere ciò che ama, e per questo che scappa sapendo che verrà catturata, resiste tenacemente alla tortura indiretta che le viene imposta e affronta il suo destino a testa alta, senza dimenticare la sorella, da cui subisce volontariamente le sue “angherie”, questo, perché si sente responsabile della sua sofferenza e solitudine. E cosa dire di Eric, il prode angelo, il bellissimo cavaliere, l’unico fra i suoi simili a possedere la piena potenza dei suoi poteri. Però, anche il suo riflesso interiore è molto diverso. Lui in realtà, non è poi così forte come sembra, tutta la storia rivela la sua profonda debolezza,  che risiede nell’insicurezza delle sue azioni e nella grande paura di amare in modo incondizionato e per questo che è facilmente manovrato dai suoi nemici. Infatti è Sara a spingerlo al bordo del dirupo e a costringerlo a prendere coscienza dei suoi sentimenti. Ecco come l’essere più forte diventa debole e il debole diventa forte, è qui, in tutto questo che io, come lettrice ho trovato la vera Barbara, una scrittrice piena di talento che è riuscita a celare in una deliziosa storia dozzinale, il suo vero io narrativo e la sua predilezione a creare personaggi femminili forti e determinati, che nonostante la fragilità del loro guscio, sono duri come il diamante e così, ha scritto qualcosa che è di per sé unico. ALIS GRAVE NIL.
Concludendo, penso che troverei interessante uno spin off, sulla storia di Noah e Selene; un seguito... onestamente come lettrice, io preferirei questa conclusione, per evitare quello che purtroppo molti scrittori tendono a fare, forzare, stiracchiare una storia all’inverosimile, quando in realtà sarebbe meglio mettere la parola FINE, e lasciare il lettore con quella bella sensazione di... Peccato... è finito.
Il mio voto è Bello, quattro rose. Abbastanza scorrevole e intrattenente, anche se non è perfetto (ma la perfezione si sa, non esiste), lo consiglio a chi ama leggere senza troppo impegno, una piacevolissima storia Urban fantasy con protagonisti gli angeli caduti.
Bello
 

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