Allora, miei carissimi lettori e...
viandanti sperduti, dopo aver dato voce al mio pensiero su Alis Grave Nil, è giunto il momento di parlarvi dell’altro romanzo
di Barbara Schaer, Onislayer
Cosa penso di questo romanzo?
Be’ prima di giungere alle conclusioni,
scopriamo cosa si cela dentro le sue pagine.
Recensione
Onislayer è stata una interessante scoperta,
tra le sue pagine si celano molte più cose di quelle che appaiono in superfice,
basta solo guardare un po’ più in fondo, togliendo il velo della mera apparenza
e il gioco è fatto. A questo proposito, è necessario fare delle constatazioni.
Chi avrà letto entrambi i romanzi di questa giovane autrice, sicuramente avrà
notato la palese differenza che esiste tra i due. Infatti, mentre Alis Grave Nil è dedicato a un pubblico
più femminile e preadolescenziale Onislayer,
è una lettura, che si rivolge a un pubblico sempre giovanile, ma un po’ più
maturo, e può essere apprezzata anche dai lettori maschili questo perché non
troviamo la dolce storia da fiaba romantica, ma un mix di azione, passione,
suspense e fantasy che scekerati insieme creano un cocktail esplosivo. Tutto
questo, mette in luce, la bravura di questa scrittrice, che è riuscita a
calzare comodamente, come una scarpa fatta su misura, la vicenda raccontata al
linguaggio narrativo.
Naturalmente, cambiare il linguaggio narrativo, significa cambiare anche lo stile e per intenderci, sarebbe come se Nicholas Sparks, iniziasse a scrivere thriller al posto dei romance, immagino che la cosa vi lascerebbe alquanto sorpresi, eppure alcuni scrittori importanti, come Ken Follett, hanno fatto una scelta simile, infatti, lui passa comodamente dal thriller al romanzo storico, riscuotendo sempre un enorme successo. Ma questo perché? Semplice, perché calza comodamente entrambe le scarpe. A questo punto, viene da chiedersi, perché non lo fanno tutti gli scrittori? A questa domanda, posso rispondere con un’altra, voi cambiereste un paio di scarpe comode e sicure, con altre dall’aria scomoda e insicura? Be’ onestamente, molti pensano che è meglio mantenersi sul sicuro e non rischiare dolorose bolle. Ecco che qui entra in gioco anche il fattore “rischio”, come i cantanti o gli attori che cambiano stile e ruoli e si ritrovano con un flop colossale, che li fa precipitare nel dimenticatoio. Allora, perché questa scrittrice in erba ha rischiato, cambiando scarpe? Anche questa risposta è facile, perché, ha appena iniziato a scrivere e non ha ancora trovato i suoi comodi calzari, al contrario degli scrittori affermati. Per questo Barbara Schaer, è riuscita a cambiare molto bene, anzi fin troppo bene il registro narrativo, pur mantenendo lo stesso genere letterario.
Naturalmente, cambiare il linguaggio narrativo, significa cambiare anche lo stile e per intenderci, sarebbe come se Nicholas Sparks, iniziasse a scrivere thriller al posto dei romance, immagino che la cosa vi lascerebbe alquanto sorpresi, eppure alcuni scrittori importanti, come Ken Follett, hanno fatto una scelta simile, infatti, lui passa comodamente dal thriller al romanzo storico, riscuotendo sempre un enorme successo. Ma questo perché? Semplice, perché calza comodamente entrambe le scarpe. A questo punto, viene da chiedersi, perché non lo fanno tutti gli scrittori? A questa domanda, posso rispondere con un’altra, voi cambiereste un paio di scarpe comode e sicure, con altre dall’aria scomoda e insicura? Be’ onestamente, molti pensano che è meglio mantenersi sul sicuro e non rischiare dolorose bolle. Ecco che qui entra in gioco anche il fattore “rischio”, come i cantanti o gli attori che cambiano stile e ruoli e si ritrovano con un flop colossale, che li fa precipitare nel dimenticatoio. Allora, perché questa scrittrice in erba ha rischiato, cambiando scarpe? Anche questa risposta è facile, perché, ha appena iniziato a scrivere e non ha ancora trovato i suoi comodi calzari, al contrario degli scrittori affermati. Per questo Barbara Schaer, è riuscita a cambiare molto bene, anzi fin troppo bene il registro narrativo, pur mantenendo lo stesso genere letterario.
Portando avanti entrambe le letture ho avuto modo di notare come quest’ultima risulti più efficace dell’altra, perché riesco a percepire meglio la potenza e la determinazione della sua scrittura, nonostante entrambe in apparenza sono molto scorrevoli e piacevoli da leggere, e questo secondo me rende Onislayer un romanzo superiore al precedente. Da queste riflessioni, posso constatare, che le sue comode scarpe siano rappresentate da quest’ultimo stile narrativo.
La trama come i personaggi, sono ben
costruiti e delineati, entrambi hanno basi solide e determinate caratteriste
che attraggono l’attenzione del lettore, incatenandolo alla lettura e
coinvolgendolo nella vita e nelle emozioni provate dai protagonisti. A differenza
dell’altro romanzo, qui a trattenere la scena non sono i personaggi secondari,
ma quello principale Asami. Leggendo il libro, potrete scoprire come
questo personaggio domini la scena, con tutte le sfaccettature connesse al suo
particolare e forte carattere, muovendo così i fili decisionali di tutti quelli
che calcano questo palcoscenico. Ma, andando a fondo potrete scoprire, come
questo personaggio sia molto più congeniale alla nostra autrice, rispetto alla
protagonista dell’altro romanzo, e lo possiamo notare perché al contrario di
Sara, Asami domina la scena in modo diretto e potente, e non c’è nessun
personaggio secondario capace di dominare le decisioni dei protagonisti. Con
questa congettura, voglio far notare come la nostra scrittrice si ritrovi nei personaggi femminili forti, ricchi di
determinazione e carattere, che con le loro caratteristiche raffigurano il
perfetto leader, capace di riscuotere l’attenzione del lettore, che si ritrova
a puntare inevitabilmente il suo occhio su questo. Possiamo notare questo
fenomeno, verso la fine del romanzo quando l’attenzione del lettore era
incentrata sulla battaglia e lei (Asami)... il nostro sole cosa fa... “Afferrò
il kunai con entrambe le mani e lo sollevò in alto, fin sopra la sua testa. “Oda!” chiamò. Un urlo lacerante, che
sovrastò il rumore della lotta e gelò tutti, bloccando ogni movimento, ogni
rumore, ogni respiro... “Lascia che Taro
mi guardi morire!” gridò ancora, odio e determinazione le sfiguravano i
lineamenti in modo selvaggio. E mentre il mentre il marrone scuro delle iridi
del fratello tornava a prendere il sopravvento sul bianco, si piantò il pugnale
nel ventre. Perché era una donna, ma sarebbe morta da uomo.” Infatti, nell’altro romanzo Sara, che doveva per forza di cose,
vestire i panni di una Cenerentola, non poteva di certo avere le
caratteristiche di Lara Croft o meglio La Sposa (Black Mamba), la protagonista
di Kill Bill, per questo cerca di dare carattere e forza visibile al romanzo
inserendo personaggi secondari dominanti (Reb e il suo gruppo), che supportano
la figura sottomessa della protagonista.
Tornando a Asami, devo confessare che
questo personaggio mi ha fatto impazzire, Barbara, ha creato una figura dalle
incredibili potenzialità e varie sfaccettature, tante quante sono quelle di un
diamante. La sua doppia vita, la personalità prima e dopo, due facce della
stessa moneta, come quella di Due Facce, il personaggio di Batman. ( Che si sia
ispirata a lui? ) Ma, è questa sua caratteristica che la rende UNICA e
inimitabile. Da un lato abbiamo Asami,
dolce, bella, capelli lunghi e morbidi, lineamenti delicati e pura come un
giglio, dai modi impeccabili come vera lady; dall’altro, Alex, dai modi rudi, come una vera dura, forte e
spigolosa, determinata e rasata come il soldato Jane, con il top in stile Lara
Croft, pantaloni mimetici e anfibi, un mostruoso tatuaggio a ricordarle ciò che
è ora, e... dominatrice a letto, perché lei ormai non è più un candido fiore, lei deve essere l’opposto di ciò che
era prima, PERCHÉ...
Sorry, sorry... non posso rovinare il divertimento a chi
ancora non ha letto il libro, non trovate? Hi... hi... hi...
La trama, è spettacolare un mix
eccezionale, dove tra passato e presente rivivono antiche leggende, l'onore di nobili guerrieri, una temibile profezia, feroci combattimenti in
stile Kill Bill, profondi tradimenti, passione, vendetta e amore.
WOW!
Si amici anche l’amore...
quel sentimento che accomuna Alex/Asami, lo Yin e lo Yang
di questo personaggio.
(Asami/Alex)
( & )
(Jin.)
Jin, come Eric, il protagonista maschile
dell’altro romanzo, non ha un ruolo fuori dagli schemi, entrambi vestono i
panni del cavaliere dalla scintillante armatura, amano disperatamente la loro
dolce metà e sono sottomessi alla sua
volontà. Ecco cosa confessa Jin a Alex quando lei lo lascia per l'ennesima volta: E
se vuoi sapere perché provo quello che provo non so risponderti, non ho
motivi che ti possano convincere che quello che ti dico è vero. Ti amo e
basta, come se fosse una cosa naturale, come bere, come mangiare, e non
posso farci niente. Potrei dirti che mi completi, che senza di te mi
manca qualcosa, ma non renderebbe l’idea. Ti amo perché devo, perché non
ho alternative, non ne ho mai avute, e senza di te mi manca tutto. Mi
manca la mia vita, perché la mia vita sei tu.
Alex è fantastica, porta avanti con
forza e determinazione la sua personale vendetta, tra combattimenti con katane
e kunai, che mi hanno riportato alla mente il mitico personaggio interpretato
da Uma Thurman in Kill Bill. I combattimenti sono senza dubbio una parte
interessante del romanzo, certo devono essere migliorate le scene descrittive,
perché si nota un po' l’inesperienza, però, rivelano del vero potenziale,
infatti, se la nostra scrittrice riesce a curare questo aspetto, i suoi romanzi
futuri saranno una vera BOMBA.
Di questo romanzo, personalmente mi
piacerebbe leggere un secondo volume, perché la storia rimane aperta per
interessanti sviluppi. Nonostante entrambi i romanzi sono belli, il primo, non
può reggere il confronto con Onislayer,
che secondo me, rivela le vere
potenzialità di questa giovane scrittrice, che ha trovato in questo stile
narrativo, il terreno fertile per diventare un giorno (speriamo presto), la
prossima Licia Troisi.
Il mio voto per questo libro... è ECCEZIONALE 5 rose Consigliato a chi
ama i fantasy d’azione e i mix esplosivi.
ECCEZIONALE
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